Sul pubblico dominio #2

Sul Giornale della Musica di novembre 2008, comprato soprattutto per leggere la bella introduzione a Creative Commons scritta dall'Avv. Sveva Antonini (grazie!), trovo - oltre a moltissime altre belle cose - una recensione dal titolo: "Il maestro dell'organo fuori copyright" (di Massimo Nosetti, p. 38). Hmm, interessante. Comincio a leggere: "Il 70° anniversario della morte di Louis Vierne celebrato nel 2007 ha segnato anche l'estinzione del copyright sulle sue composizioni. Circostanza della quale hanno fatto immediatamente tesoro due case editrici tedesche [...] che, a pochi mesi di distanza, hanno presentato ai cultori del tardo romanticismo organicistico due nuove edizioni urtext delle opere del grande Maestro francese. [...] l'evento è in se' encomiabile poiché, pur abbondantemente superato il secolo dalla comparsa della prima opera organistica di Vierne (Première Symphonie op. 14, Hamelle 1899), né questa casa editrice né gli editori (Durand, Lemoine) che pubblicarono i successivi lavori, si sono mai presi l'incomodo di emendare le ristampe seguenti dalla miriade di errori e inesattezze provocate dalla incerta grafia con la quale Vierne, sofferente di grave infermità visiva, redigeva le sue composizioni [...]. La nuova edizione della Bärenreiter, [...], estremamente curata sia nell'elegante veste tipografica sia nel contenuto [...], si può certamente collocare tra le più rilevanti operazioni editoriali recenti nel campo della musica organistica." (enfasi mia). Insomma: a certi economisti, ideologicamente convinti della bontà a priori della "proprietà intellettuale", sarebbe forse il caso di offrire... biglietti per concerti (d'organo e non).