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Buon 2011

Passata la pausa di fine anno, ho cambiato la foto del mio profilo su Facebook, sostituendola con un cappello da garibaldino affiancato da libri di alcune persone che hanno fatto l'Italia. Persone naturalmente rappresentative di un insieme ben piu' vasto e che arriva fino a oggi (penso, tra gli altri, a Stefano Rodotà e a Gustavo Zagrebelsky), ma che per motivi di spazio non potevano rientrare tutti in una piccola fotografia. Faccio questo piccolo gesto senza alcuna retorica, convinto che il livello di disfacimento nazionale sia cosi' acuto e pericoloso da richiedere la mobilitazione di tutti. Una mobilitazione in primo luogo etica e culturale. Buon 2011 a tutti.

Ancora sull'effetto "PD"

Qualche mese fa segnalavo agli amici di COMMUNIA, la rete europea sul pubblico dominio digitale, che l'entrata di Sigmund Freud nel pubblico dominio il 1 gennaio 2010 aveva prodotto effetti visibilissimi a chiunque frequenti le librerie. Per essere quantitativi, da inizio 2010 al momento in cui scrivevo c'erano state ben 36 edizioni da parte di 10 editori diversi (secondo il database di www.ibs.it), contro una media di un paio di edizioni all'anno nel decennio precedente.

L'effetto "PD"

Un film americano di Frank Capra e le opere di un'intera generazione di scrittori romantici inglesi (Keats, Shelley, ecc.) devono il loro status di culto anche grazie al pubblico dominio. Grazie al prof. Paul A. David per la segnalazione; a seguire un estratto dal suo discussion paper del 2008.

juan carlos

Restricting Access to Books on the Internet: Some Unanticipated Effects of U.S. Copyright Legislation

Paul A. David and Jared Rubin

Solo in Italia

Il 31 marzo, a urne regionali ancora calde e nel giorno dei funerali delle decine di vittime dell'attentato di Mosca, il freepress Metro ha confermato una distorsione tipica dei media italiani, ovvero "sbatti Internet in prima pagina (ma solo se la notizie è negativa, ovviamente)". E ne' in prima pagina ne' nel richiamo a p. 6 vengono dati i valori assoluti dell'impatto (pochi punti percentuali ad oggi, fatto reperibile con una semplice ricerca in rete) ne' la vera indicazione chiave del rapporto di Greenpeace, ovvero: "However, the report also shows how IT can avert climate chaos by becoming a transformative force advocating for solutions that increase the use of renewable energy".

The Public Domain Manifesto è online

A poca distanza dalle celebrazioni del Public Domain Day, è online da questa mattina (lunedì 25 gennaio 2010) il manifesto del pubblico dominio, un documento - prodotto nel contesto del progetto europeo COMMUNIA (rete tematica coordinata dal sottoscritto) - che ricorda a tutti, e in particolare ai policy makers, il ruolo cruciale del pubblico dominio nelle nostre società. Il manifesto contiene anche alcune raccomandazioni per rafforzare il pubblico dominio e per aumentarne gli effetti benefici. Intellettuali di fama mondiale come Lawrence Lessig (Harvard University), James Boyle (Duke University) , Bernt Hugenholtz (Università di Amsterdam) e Stefano Rodotà (garante del Centro NEXA su Internet & Società), nonché organizzazioni come Creative Commons (USA), Open Knowledge Foundation (UK) e Knowledgeland (Olanda), compaiono tra i primi firmatari del Manifesto, al quale, da oggi, sia individui sia enti possono aderire online all'indirizzo www.publicdomainmanifesto.org.

Bobbio su Calamandrei

Nel corso della bella mostra su Norberto Bobbio all'Archivio di Stato di Torino (chiude domenica, non perdetela!), ho letto queste splendide parole che Bobbio ha dedicato a Calamandrei:
“Calamandrei appartiene alla schiera di coloro che, nella storia del nostro paese, hanno sempre torto. Hanno torto e sanno di averlo. Troppo idealista per i politici puri; troppo politico per i professori che non scendono mai un gradino più in basso della cattedra. Troppo intransigente per gli accomodanti; troppo tollerante delle idee altrui per i duri. Troppo temerario per i prudenti, quando si gettava nella lotta senza guardare in faccia a nessuno, troppo prudente per i settari, quando voleva le prove prima di dire che è vero o che non è vero.” (N. Bobbio)

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