3° Workshop COMMUNIA: discussione

James Boyle pone una delle domande cruciali del nostro movimento. Ci sono due visioni in alternativa: 1. i "commons" su base volontaria sono second-best rispetto ad una situazione ideale in cui la regola di default cambia (v. Copyright 2.0), liberando automaticamente la grande parte delle opere; 2. vogliamo i diritti di copyright perche' cosi' possiamo imporre ulteriori vincoli, come per la GPL, limitando una libertà per abilitare molte libertà. Qual e' la visione che vogliamo abbracciare? Hugenholtz: qual e' la tua definizione di pubblico dominio? L'opposto di proprieta' intellettuale, oppure qualcosa di piu' ampio? Boyle: (non risponde veramente, specifica meglio). Tornando alla scelta cruciale di cui sopra, Boyle sostiene che la scelta dipende dagli obiettivi che si vogliono raggiungere in specifici domini applicativi. Per esempio, una licenza virale sarebbe una pessima scelta per biologi sintetici, mentre molti ritengono sia ottima per il software. Hugenholtz: Riprende le critiche a CC, ovvero (Niva Elkin-Koren), che rischia di promuovere una "cultura della licenza" nelle nostre societa'. Per esempio, ho sentito che a questa conferenza che gli autori dovranno firmare una liberatoria: sono saltato sulla sedia (n.d.A., e perche' mai? se vogliamo diffondere i materiali, qual e' l'alternativa?). Punto valido, in risposta ad un intervento di Philippe Aigrain: attenzione ad agganciarci ai diritti umani per proteggere i commons, perche' vengono usati anche dall'altra parte.