Il Manifesto, 8 gennaio 2025
LE MANI SULLE RETI L’eccezionalismo muskiano sembra una categoria analitica fallace (come anche «tecnodestra» ma sarebbe un altro discorso) che dietro la cortina di fumo creata intorno al personaggio rischia di ostacolare la comprensione di fenomeni strutturali ben più importanti.
Nel dibattito pubblico italiano ed europeo si sta affermando una sorta di eccezionalismo muskiano. Molti commentatori e politici, infatti, descrivono Elon Musk come fosse un fenomeno nuovo e totalmente a sé stante nel panorama del digitale (o, più in generale, dei grandi detentori di capitali). Alcune questioni di fondo vanno chiarite per evitare di trovarsi spiazzati quando un altro miliardario tecnocrate, come è adesso il caso di Zuckerberg, compie mosse che vanno incontro al nuovo potere trumpiano. Dove sarebbe allora questo eccezionalismo di Musk? Quello che fa veramente la differenza non sono tanto le sue parole.
Certo esterna copiosamente ma non diversamente da altri magnati come Bill Gates o George Soros che lo fanno da decenni. Eccezionale è la spasmodica attenzione dei media tradizionali a qualsiasi sospiro di Musk su X, attenzione che amplifica enormemente l’impatto delle sue esternazioni. Se le sue parole rimanessero su X, infatti, sfuggirebbero alla stragrande maggioranza dei cittadini: in Italia, per esempio, l’87% della popolazione non frequenta quella piattaforma.
[…]
Continua sul sito del Manifesto.