Piero Gobetti e Internet
Il 19 giugno di 108 anni fa nasceva a Torino Piero Gobetti. Morirà giovanissimo a 25 anni, appena arrivato a Parigi, in conseguenza dei ripetuti pestaggi fascisti. Lascerà la moglie, Ada Prospero, e un figlio di due mesi, nonché un ricordo indelebile in tutti coloro che ebbero la fortuna di incontrarlo nel corso della sua breve vita.
Lo ricordo in questa sede perché leggendo varie cose su di lui (nonché suoi scritti) non posso non pensare che Gobetti, fosse vissuto ai nostri tempi, avrebbe abbracciato Internet con entusiasmo. E penso la medesima cosa per uno dei suoi principali punti di riferimento intellettuali e morali, Gaetano Salvemini.
Riporto alcuni passaggi sia di Gobetti sia di Salvemini che, scritti per il primo dopoguerra, sembrano ancora parlare a noi, e in particolare ai giovani:
"O la nostra attuale gioventù ha la forza morale di lavorare tenacemente una decina d'anni a crearsi una cultura politica e ad organizzarsi in una nuova classe dirigente del paese in modo da poter sbalzare di seggio tutti i vecchi padreterni sostituendoli con elementi migliori; oppure anche questo rinnovamento morale prodotto dalla guerra si ridurrà ad un nuovo fiasco". Gaetano Salvemini
"Quando i giovani iniziano a pensare con la loro testa e dimostrano di saper pensare, vuol dire che è prossimo a finire il dominio dei "vecchi", dei "barbagianni", dei "padreterni"". Gaetano Salvemini riferendosi a Piero Gobetti, "Unità", 23 dicembre 1918 (Gobetti ha 17 anni e da poco fondato la rivista "Energie Nove").
"Il nostro è un lavoro a lunga scadenza... Siamo capaci di continuare per cinque, dieci anni, sino alla maturazione feconda di frutti, l'opera nostra? C'è in noi oltre all'ardore la costanza?" Piero Gobetti
(citazioni tratte da Alessandro Galante Garrone, "Padri e figli", Albert Meynier Editore in Torino, 1986)