"Malata e denigrata"


Negli ultimi dodici mesi l'università italiana è stato oggetto di una campagna denigratoria violentissima, forse senza precedenti nella storia repubblicana. A leggere i giornali, l'università italiana è, nel suo complesso, un covo di inefficienza, corruzione e di nepotismo. E a leggere certi colleghi l'università italiana è, oltre agli altri difetti, persino sovrafinanziata. Per questi motivi, il libro di Marino Regini, "Malata e denigrata. L'università italiana a confronto con l'Europa", Donzelli, 2009, è un libro importante. Perchè gli autori, da una parte, invitano l'università italiana a fare una severa autocritica: le patologie ci sono e vanno riconosciute e curate ("malata"). Ma, dall'altra, forniscono dati oggettivi per confrontarla con l'università degli altri grandi paesi europei, dati che dimostrano con chiarezza i limiti della violenta campagna scatenata contro l'università di recente ("denigrata"). Confermando definitivamente che l'università italiana regge bene il confronto, secondo tutti i principali indicatori, con le università spagnole, francesi, tedesche e persino inglesi. Solo per un aspetto ci distinguiamo nettamente dagli altri principali europei (ignoriamo, per non infierire, USA e Giappone): i finanziamenti, che sono senza ombra di dubbio i più bassi. Su queste basi è possibile riaprire, al di là della demagogia e delle generalizzazioni interessate, un discorso razionale sullo stato attuale e il futuro dell'università italiana. E' urgente che tale discorso inizi al più presto: il futuro di un paese, infatti, è indissolubilmente legato alla qualità del suo sistema di istruzione superiore.