Sull'attualità di Bobbio

Non è impossibile provare a immaginare quale sarebbe stata l'analisi di Norberto Bobbio, morto il 9 gennaio di nove anni fa, della situazione politica attuale e di questa perlopiù triste campagna elettorale. Rileggendo i suoi interventi su "La Stampa" colpisce ancora l'acutezza delle sue analisi politiche, con conclusioni a cui molti sono poi arrivati (se e quando ci sono arrivati) solo con lustri, se non decenni, di ritardo. Ma parlando di idee, ovvero, parlando di qualcosa che raramente è oggetto di vera discussione in queste settimane, le sue parole di inizio 1994, giustamente ricordate di recente da Luciano Canfora, oggi sono forse ancora più rilevanti di allora:
Il comunismo storico è fallito. Ma la sfida che esso aveva lanciato è rimasta. Se per consolarci, andiamo dicendo che in questa parte del mondo abbiamo dato vita alla società dei due terzi, non possiamo chiudere gli occhi di fronte alla maggior parte dei paesi ove la società dei due terzi, o addirittura dei quattro quinti o dei nove decimi, è quell’altra. Di fronte a questa realtà, la distinzione fra la destra e la sinistra, per la quale l’ideale dell’eguaglianza è sempre stato la stella polare cui ha guardato e continua a guardare, è nettissima. Basta spostare lo sguardo dalla questione sociale all’interno dei singoli stati, da cui nacque la sinistra nel secolo scorso, alla questione sociale internazionale, per rendersi conto che la sinistra non solo non ha compiuto il proprio cammino ma lo ha appena cominciato.
"Destra e sinistra", Donzelli, 1994, pp. 85-86.
Forse la miglior risposta ai moltissimi che vanno ripetendo di "essere oltre destra e sinistra", o che "le distinzioni destra-sinistra sono superate".