Gli ultimi cinque anni al Politecnico

Cinque anni fa oggi (il 16 marzo 2018) iniziava una parte della mia vita molto impegnativa, e a tratti difficile, ma ricchissima di soddisfazioni. Se cinque anni fa, infatti, qualcuno mi avesse detto che - oltre al resto (che è tanto: moltissimo lavoro, infatti, è stato fatto dietro le quinte e sotto al cofano) - sarebbero nate Biennale Tecnologia, di cui abbiamo già fatto tre edizioni e stiamo già lavorando alla quarta, "Tempi difficili" (edizione 2021, dedicata alla pandemia, ed è iniziata ieri l'edizione 2023, dedicata alla guerra e alla pace), "Cinque libri", "LiberiLibri"; che avremmo avuto un nuovo logo del Politecnico, con corrispondente nuova identità visiva e un nuovo sito web (rifatto da zero per la prima volta in 25 anni); che sarebbe nato il Centro Theseus su tecnologia, umanità e società, con relative assunzioni di umanisti e scienziati sociali; che tutti gli studenti di ingegneria avrebbero seguito un corso "Grandi sfide", co-insegnato da un ingegnere e uno scienziato sociale o umano (con lezioni introduttive di Jeffrey Sachs e Telmo Pievani, tra l'altro liberamente accessibili online), ebbene, probabilmente non ci avrei creduto.
Invece è successo. Naturalmente grazie al sostegno del Rettore Guido Saracco, degli Organi di Governo, di molti colleghi e di una squadra di collaboratori eccezionali.
In ogni caso, però, non è mica finita: manca un anno. E in un anno si possono ancora fare tante cose, per il Politecnico con tutta la sua comunità accademica, per Torino e, perché no, un po' per tutti. Incontro pubblico per l'inizio del mandato del Rettore Guido Saracco 16 marzo 2018