Il flat-rate diventa mainstream
Leggendo questo articolo sul New York Times, "Building the Tools to Legalize P2P Video-Sharing", ho pensato che quella delle licenze flat-rate per consentire a chi paga un modesto sovraprezzo di scaricare tutta la musica che vuole è un'altra di quelle idee che nel giro di pochi mesi passano dallo stato "inaccettabile" allo stato "discutiamo i dettagli". E' facile predire che tra un anno gli stessi che avevano attacchi di orticaria al solo sentir parlare di licenze flat-rate pontificheranno sul fatto che e' un'idea bellissima e che loro l'avevano sempre sostenuta.... Bah. L'importante e' che capiti. Mettendo per sempre in naftalina proposte à la Sarkozy (tipo la legge HADOPI), e in generale tutte le proposte, che in nome della lotta al download illecito, finiscono per violare i diritti fondamentali dei cittadini e, quel che forse è peggio, per creare un'infrastruttura di controllo della Rete.
Intanto, ricordo che il Centro NEXA a marzo aveva pubblicato un position paper sulle licenze collettive estese, ovvero, uno specifico strumento giuridico utilizzabile, secondo noi, per implementare il flat-rate in Italia e in Europa: "Creatività remunerata, conoscenza liberata: file sharing e licenze collettive estese".