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Italia e PSI: aperta la procedura d'infrazione

Riutilizzo dell'informazione del settore pubblico: la Commissione avvia una procedura d'infrazione nei confronti dell'Italia URL originale del comunicato stampa IP/09/425 Bruxelles, 19 marzo 2009 Riutilizzo dell'informazione del settore pubblico: la Commissione avvia una procedura d'infrazione nei confronti dell'Italia La Commissione europea ha avviato oggi una procedura di infrazione nei confronti dell’Italia per incompleto e scorretto recepimento della direttiva UE relativa al riutilizzo dell'informazione del settore pubblico (direttiva PSI). La Commissione ha deciso di inviare una lettera di messa in mora (prima fase di una procedura d'infrazione a norma del trattato CE) all’Italia che non ha ancora recepito nella normativa nazionale tutte le disposizioni della direttiva PSI. Uno dei punti controversi è costituito dall'esclusione dei dati catastali e ipotecari – una preziosa fonte di informazioni riutilizzabili – dall’ambito di applicazione della direttiva. La Commissione europea ha avviato oggi una procedura d'infrazione contro l'Italia in quanto per diversi aspetti della direttiva PSI il recepimento nella normativa nazionale è avvenuto in modo scorretto oppure non ha avuto luogo. Uno dei punti problematici è l’esclusione dei dati catastali e ipotecari, che comprendono le informazioni catastali nonché dettagli concernenti la proprietà, la titolarità, l’ubicazione precisa, i confini di ogni parcella di terreno e l’utilizzazione dei beni immobili per garantire l’assunzione di prestiti. Tra le altre disposizioni non inserite nella normativa italiana figurano la portata e la definizione del riutilizzo, i requisiti procedurali in materia di trattamento delle richieste di riutilizzo, le relative condizioni specifiche, inclusi i formati disponibili e la tarifficazione, e la non discriminazione. L'Italia ha due mesi di tempo per rispondere alla lettera di messa in mora. Se non riceve alcuna risposta o se le osservazioni presentate dall'Italia non sono giudicate soddisfacenti, la Commissione può decidere di formulare un parere motivato (seconda fase di una procedura d'infrazione). Qualora anche dopo tale iniziativa l'Italia non ottemperi agli obblighi che le incombono in virtù del diritto comunitario, la Commissione dovrà adire la Corte di giustizia. La Commissione ha già avviato nel mese di ottobre 2008 (IP/08/1524) procedure d'infrazione contro la Polonia e la Svezia a causa del recepimento incompleto e scorretto della direttiva PSI. Contesto Gli enti pubblici producono una notevole quantità di informazioni, la maggior parte delle quali ha un potenziale commerciale poiché può essere utilizzata come base per nuovi prodotti e servizi. In base alle stime, il mercato delle informazioni provenienti dal settore pubblico dell'UE ha un valore pari a 27 miliardi di EUR. Ma nonostante il loro valore economico, numerose informazioni del settore pubblico europeo non sono riutilizzate. In seguito a una proposta presentata dalla Commissione (IP/02/814), l’Unione europea ha adottato nel 2003 la direttiva PSI al fine di rimuovere le barriere che limitano il riutilizzo transfrontaliero di questo tipo di informazioni. La direttiva è stata recepita nella normativa nazionale di tutti i 27 Stati membri dell'UE (IP/08/1017). La direttiva PSI ha istituito un preciso complesso di norme in un mercato in precedenza non regolamentato. Essa stabilisce le modalità che gli enti pubblici devono seguire per rendere disponibili le proprie informazioni e affronta punti fondamentali, come la trasparenza in merito ai dati disponibili e alle condizioni di riutilizzo o la garanzia di non discriminazione e di eque condizioni di concorrenza tra i potenziali utenti. La Commissione sta attualmente completando il riesame della direttiva PSI. Nell’ambito di tale riesame, essa ha proceduto nel periodo giugno 2008 – 15 settembre 2008 a una consultazione on-line (IP/08/1017). Dai risultati ottenuti si evince che la direttiva PSI ha migliorato le condizioni in cui gli enti pubblici divulgano i rispettivi dati, li condividono e ne consentono il riutilizzo e ha creato nuove opportunità per l'industria dei contenuti in Europa (cfr. la relazione concernente la consultazione degli Stati membri e la relazione relativa alla consultazione delle parti interessate). Tuttavia, esistono ancora barriere che impediscono un maggiore riutilizzo transfrontaliero delle informazioni detenute dal settore pubblico. La Commissione illustrerà nei prossimi mesi il riesame della direttiva PSI. Per maggiori informazioni, consultare il sito web PSI della Commissione http://europa.eu.int/information_society/policy/psi/

Sull'intransigenza

Nadia Urbinati scrive oggi su La Repubblica parole che erano anni che aspettavo di sentire nel pubblico dibattito:
"[...] E questo ci porta alla terza osservazione, quella relativa al valore dell´intransigenza in politica, un valore che non si addice con l´essere invertebrati. L´intransigenza non è radicalismo fanatico, ma strategia di coerenza quando è in gioco non tanto o semplicemente l´identità politica di un partito o di una coalizione, ma soprattutto il patto costituzionale, la natura dell´ordine politico, i fondamenti del nostro vivere civile. La Costituzione non è un oggetto di compromesso e sulla sua difesa non si può transigere. La politica costituzionale e l´intransigenza che essa ispira sono la spina dorsale di una sinistra democratica, ciò che la distingue e la oppone alla destra. Libera dalle ingessature dogmatiche, più diretta e chiara nel linguaggio e negli obiettivi, essa è il naturale asse portante di una politica coraggiosa e non invertebrata."

NEXA su file sharing

Mentre in Francia continua il dibattito sulla legge HADOPI (vedere, per esempio, i resoconti del bravo Philippe Aigrain), ovvero, "un autorità amministrativa puo' sconnettere tutto il tuo nucleo famigliare da Internet se decide che stai scaricando contenuti protetti - e tanti saluti all'accesso al portale della didattica della tua università, l'online banking del babbo, la prenotazione della visita medica di nonna, e cosi' via elencando le migliaia di usi piu' che leciti di Internet che ormai permeano la nostra vita (ma forse non quella di chi si inventa proposte di legge come questa)", il Centro NEXA su Internet & Società prova a ricordare a tutti che ogni qual volta un nuovo mezzo tecnologico (radio, TV, TV via cavo, fotocopiatrice, ecc.) ha reso facile diffondere contenuti protetti dalla legge sul diritto d'autore, la soluzione non è mai stata (finora): distruggiamo gli apparecchi radio o televisivi degli utenti (o stacchiamogli la spina), ma piuttosto LICENZE. Nello specifico, il Centro NEXA propone all'attenzione di tutti (Comitato tecnico contro la pirateria digitale e multimediale in primis) lo strumento delle licenze collettive estese, uno strumento che a nostro avviso è compatibile con il diritto nazionale e comunitario. La proposta è contenuta nel position paper "Creatività remunerata, conoscenza liberata: file sharing e licenze collettive estese", liberamente disponibile sul sito di NEXA. Basta sterili confronti. Basta criminalizzare cittadini e utenti. Soluzioni "win-win" esistono: basta volerle prendere sul serio.

Comunicato congiunto contro proposta di direttiva "fonogrammi"

Il 23 Marzo 2009, il Parlamento Europeo voterà una proposta di Direttiva, che ha l'obiettivo di estendere il termine di protezione per i fonogrammi ed i diritti di artisti interpreti ed esecutori. Questa estensione porterebbe la tutela dagli attuali 50 a 95 anni. Il Centro NEXA ha già preso posizione in merito, ma riteniamo fondamentale sottolineare come questa posizione accomuni gran parte della comunità scientifica europea. Per questa ragione, NEXA figura tra i firmatari di un comunicato stampa, rilasciato da importanti università e centri di ricerca, tra i quali: the Centre for Intellectual Property Policy & Management (CIPPM), Bournemouth University; Centre for Intellectual Property & Information Law (CIPIL), University of Cambridge; Center in IT and Law (CRID), Universitaires Notre-Dame de la Paix de Namur; Centre for International Intellectual Property Studies (CEIPI), University of Strasbourg; Max-Planck-Institute for Intellectual Property, Competition and Tax Law, Munich; Institute for Information Law, University of Amsterdam; Centre for Intellectual Property Rights, Catholic University Leuven; NEXA Center for Internet & Society, Politecnico di Torino. Il comunicato stampa è disponibile al seguente link: Press Release Copyright Extension.pdf. Informazioni su studi relativi alla proposta di Direttiva sono disponibili nel seguente documento: Studies_and_Signatories.pdf

Rossi, Keynes e la ricchezza delle nazioni

"La ricchezza delle nazioni, appare evidente, non si costruisce sul denaro, sugli interessi di mercato o sull'ingegneria azionaria (...): si misura sulla capacita' dell'uomo di apprendere e di applicare le sue conoscenze ai procedimenti di produzioni e di consumo. Di conseguenza il prodotto del denaro, cioe' l'interesse, dovrebbe essere commisurato alla produttivita' del lavoro, anziche' a un mercato retto dall'azzardo e dall'azzardo oggi distrutto." da Guido Rossi, "Possibilita' economiche per i nostri nipoti", Adelphi (via La Repubblica di oggi)

Barbara Spinelli e Internet

Barbara Spinelli ha recentemente scritto: "Spero che in Italia internet acquisti sempre più spazio, visto che gli altri luoghi dell'informazione sono così colonizzati". Forse e' un auspicio quasi scontato, visto lo scenario mediatico italiano. Ma e' importante ribadirlo. E' infatti anche proprio per questo potenziale che ha Internet in Italia che, con tanti altri, siamo sensibili da anni al futuro di Internet. Come cittadini, insomma, non solo come ingegneri o avvocati o economisti. Perche' Internet e' cruciale in tutto il mondo, ma in Italia assume un ruolo del tutto particolare, perche' rappresenta un mondo e uno strumento non dominato dalle vecchie logiche, dai vecchi poteri, dai vecchi filtri che strangolano questo paese e ne limitano tragicamente il potenziale. Un "utopia realizzata", come l'ha definita il prof. Stefano Rodota' all'inaugurazione di NEXA. Un'utopia che fino a di recente non era ancora stata registrata dai radar della politica che conta, permettendo, forse, alla pianta di radicarsi. L'elezione di Obama, ed io lo dicevo a urne ancora calde, ha cambiato lo scenario, facendo capire anche al meno aggiornato dei politici italiani il ruolo potenzialmente dirompente di Internet in ambito politico. Sara' un caso, ma da allora si sono susseguite iniziative della presente maggioranza per "regolamentare", "mettere in ordine", "controllare" Internet. Guido Scorza nel suo blog elenca le iniziative piu' recenti, una peggiore dell'altra. Che sia una strategia politica coerente o meno, e' ora di far sentire la nostra voce. Preservare l'utopia realizzata Internet e', infatti, importante ovunque nel mondo, ma in modo particolare in Italia.

Il popolo della rete esiste

Recentemente a Roma, nel corso di un convegno, un noto politico ha affermato che il popolo della rete non esiste più, visto che le masse sono ormai arrivate a Internet. Questo politico, per quanto intuitivo e attento su altre cose relative alla rete, su questo punto sbaglia. Da diversi punti di vista. Il più importante secondo me è che, in virtù della natura aperta e prevalentemente orizzontale della rete, c'è un consistente sottoinsieme degli utenti della rete che sente di essere un portatore di interesse diretto nell'ecosistema di Internet, non un mero fruitore. E' con questo sottoinsieme, che potremmo giornalisticamente chiamare il "popolo della rete", che si sono finora confrontati coloro che, per interessi di parte, hanno tentato di alterare l'architettura della rete a un qualche livello. Ed è con questo sottoinsieme che si dovranno confrontare, anche in futuro, quelle forze, politiche e non, che proveranno ad alterare la costituzione materiale della rete, magari in nome di una qualche emergenza. La rete non è la televisione.

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