"L'obiettivo del nuovo Risorgimento"

"Nel grande anniversario del 1961 vediamo che ancora una volta forze nuove e potenti tornano a sfidare le idee su cui si fondano sia l’Italia che gli Stati Uniti. Se dobbiamo affrontare questa nuova sfida, dobbiamo mostrare ai nostri popoli e al mondo che ci guarda, che chi è disposto ad agire nella tradizione di Mazzini, Cavour e Garibaldi, come di Lincoln e Washington, può portare agli uomini una vita più ricca e più piena. Questo è l’obiettivo del nuovo Risorgimento, un nuovo risveglio delle aspirazioni più antiche dell’essere umano per la libertà e il progresso, e la fiaccola accesa nell’antica Torino un secolo fa guida la lotta degli uomini dovunque: in Italia, negli Stati Uniti, in tutto il mondo intorno a noi." John Fitzgerald Kennedy nel 1961 in occasione del centenario dell'Unità di Italia. Discorso completo qui. Versione originale inglese, con tutti i dettagli storici, qui.

"E che m'importava se..."

“Io marciavo a cavallo con accanto la donna del mio cuore, degna dell’universale ammirazione… E che m’importava il non aver altre vesti che quelle che mi coprivano il corpo, e di servire una povera Repubblica che a nessuno poteva dare un soldo?
Io avevo una sciabola e una carabina, che portavo attraversata sul davanti della sella. La mia Anita era il mio tesoro, non meno fervida di me per la sacrosanta causa dei popoli e per un vita avventurosa. Essa si era figurate le battaglie come un trastullo, e i disagi della vita del campo come un passatempo; quindi, comunque andasse, l’avvenire ci sorrideva fortunato, e più selvaggi si presentavano gli spaziosi americani deserti, più dilettevoli e più belli ci pareano. Poi sembravami d'aver fatto il mio dovere nelle diverse e pericolose fazioni di guerra in cui m'ero trovato e d'aver meritato la stima dei bellicosi figli del Continente (Rio Grande).” (Giuseppe Garibaldi, “Memorie Autobiografiche”, Capitolo XXII, p. 65, Firenze, G. Barbèra, 1888).

Buon 2011

Passata la pausa di fine anno, ho cambiato la foto del mio profilo su Facebook, sostituendola con un cappello da garibaldino affiancato da libri di alcune persone che hanno fatto l'Italia. Persone naturalmente rappresentative di un insieme ben piu' vasto e che arriva fino a oggi (penso, tra gli altri, a Stefano Rodotà e a Gustavo Zagrebelsky), ma che per motivi di spazio non potevano rientrare tutti in una piccola fotografia. Faccio questo piccolo gesto senza alcuna retorica, convinto che il livello di disfacimento nazionale sia cosi' acuto e pericoloso da richiedere la mobilitazione di tutti. Una mobilitazione in primo luogo etica e culturale. Buon 2011 a tutti.

Laudatio del Prof. Angelo Raffaele Meo

Torino, 22 dicembre 2010, ore 15
Aula Magna del Politecnico di Torino

E' un onore per me introdurre oggi la lectio magistralis del professor Angelo Raffaele Meo in occasione del suo pensionamento dal Politecnico di Torino.
Senza alcun dubbio, Angelo Raffaele Meo è uno degli informatici più noti e più apprezzati d'Italia. La sua vita e il suo lavoro – che mi accingo a tratteggiare – testimoniano un ampio spettro di interessi e di attività che hanno dato lustro non solo al nostro Ateneo, non solo all'ingegneria e all'informatica, ma anche al nostro Paese.

Ancora sull'effetto "PD"

Qualche mese fa segnalavo agli amici di COMMUNIA, la rete europea sul pubblico dominio digitale, che l'entrata di Sigmund Freud nel pubblico dominio il 1 gennaio 2010 aveva prodotto effetti visibilissimi a chiunque frequenti le librerie. Per essere quantitativi, da inizio 2010 al momento in cui scrivevo c'erano state ben 36 edizioni da parte di 10 editori diversi (secondo il database di www.ibs.it), contro una media di un paio di edizioni all'anno nel decennio precedente.

L'effetto "PD"

Un film americano di Frank Capra e le opere di un'intera generazione di scrittori romantici inglesi (Keats, Shelley, ecc.) devono il loro status di culto anche grazie al pubblico dominio. Grazie al prof. Paul A. David per la segnalazione; a seguire un estratto dal suo discussion paper del 2008.

juan carlos

Restricting Access to Books on the Internet: Some Unanticipated Effects of U.S. Copyright Legislation

Paul A. David and Jared Rubin

"In difesa dell'Università"

25 Giugno 2010 I Il corpo accademico continua ad essere smarrito e silenzioso. È come un pugile frastornato: non reagisce ai colpi che vengono inferti all’Università – e dunque innanzi tutto a chi in essa vive e la fa vivere – da una campagna carica di disprezzo e di irrisione e da una serie di atti governativi devastanti (ampiamente condivisi, nella sostanza ispiratrice, anche dall’opposizione). Continua a subirli in silenzio, rannicchiato su se stesso. Non ha mai trovato le forme collettive di una reazione. Qualcuno ha paragonato l’Università italiana di oggi alle Signorie del Cinquecento, che si rivolsero alle potenze straniere perché non sapevano risolvere i loro problemi. Ma l’immagine più propria è quella di una colonna di prigionieri stracciati e dagli occhi vuoti, che strascicano i piedi sotto il controllo di poche guardie armate. (continua)

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