Aspettando l'Agenda Digitale
Se ne parla da tempo. Anche io ne ho scritto di recente su La Stampa. Ma domani finalmente arriva sul serio.
"L'obiettivo del nuovo Risorgimento"
"E che m'importava se..."
“Io marciavo a cavallo con accanto la donna del mio cuore, degna dell’universale ammirazione… E che m’importava il non aver altre vesti che quelle che mi coprivano il corpo, e di servire una povera Repubblica che a nessuno poteva dare un soldo?
Io avevo una sciabola e una carabina, che portavo attraversata sul davanti della sella. La mia Anita era il mio tesoro, non meno fervida di me per la sacrosanta causa dei popoli e per un vita avventurosa. Essa si era figurate le battaglie come un trastullo, e i disagi della vita del campo come un passatempo; quindi, comunque andasse, l’avvenire ci sorrideva fortunato, e più selvaggi si presentavano gli spaziosi americani deserti, più dilettevoli e più belli ci pareano. Poi sembravami d'aver fatto il mio dovere nelle diverse e pericolose fazioni di guerra in cui m'ero trovato e d'aver meritato la stima dei bellicosi figli del Continente (Rio Grande).” (Giuseppe Garibaldi, “Memorie Autobiografiche”, Capitolo XXII, p. 65, Firenze, G. Barbèra, 1888).
Io avevo una sciabola e una carabina, che portavo attraversata sul davanti della sella. La mia Anita era il mio tesoro, non meno fervida di me per la sacrosanta causa dei popoli e per un vita avventurosa. Essa si era figurate le battaglie come un trastullo, e i disagi della vita del campo come un passatempo; quindi, comunque andasse, l’avvenire ci sorrideva fortunato, e più selvaggi si presentavano gli spaziosi americani deserti, più dilettevoli e più belli ci pareano. Poi sembravami d'aver fatto il mio dovere nelle diverse e pericolose fazioni di guerra in cui m'ero trovato e d'aver meritato la stima dei bellicosi figli del Continente (Rio Grande).” (Giuseppe Garibaldi, “Memorie Autobiografiche”, Capitolo XXII, p. 65, Firenze, G. Barbèra, 1888).
Buon 2011
Laudatio del Prof. Angelo Raffaele Meo
Torino, 22 dicembre 2010, ore 15
Aula Magna del Politecnico di Torino
E' un onore per me introdurre oggi la lectio magistralis del professor Angelo Raffaele Meo in occasione del suo pensionamento dal Politecnico di Torino.
Senza alcun dubbio, Angelo Raffaele Meo è uno degli informatici più noti e più apprezzati d'Italia. La sua vita e il suo lavoro – che mi accingo a tratteggiare – testimoniano un ampio spettro di interessi e di attività che hanno dato lustro non solo al nostro Ateneo, non solo all'ingegneria e all'informatica, ma anche al nostro Paese.
Aula Magna del Politecnico di Torino
E' un onore per me introdurre oggi la lectio magistralis del professor Angelo Raffaele Meo in occasione del suo pensionamento dal Politecnico di Torino.
Senza alcun dubbio, Angelo Raffaele Meo è uno degli informatici più noti e più apprezzati d'Italia. La sua vita e il suo lavoro – che mi accingo a tratteggiare – testimoniano un ampio spettro di interessi e di attività che hanno dato lustro non solo al nostro Ateneo, non solo all'ingegneria e all'informatica, ma anche al nostro Paese.
Ancora sull'effetto "PD"
Qualche mese fa segnalavo agli amici di COMMUNIA, la rete europea sul pubblico dominio digitale, che l'entrata di Sigmund Freud nel pubblico dominio il 1 gennaio 2010 aveva prodotto effetti visibilissimi a chiunque frequenti le librerie. Per essere quantitativi, da inizio 2010 al momento in cui scrivevo c'erano state ben 36 edizioni da parte di 10 editori diversi (secondo il database di www.ibs.it), contro una media di un paio di edizioni all'anno nel decennio precedente.
L'effetto "PD"
Un film americano di Frank Capra e le opere di un'intera generazione di scrittori romantici inglesi (Keats, Shelley, ecc.) devono il loro status di culto anche grazie al pubblico dominio. Grazie al prof. Paul A. David per la segnalazione; a seguire un estratto dal suo discussion paper del 2008.
juan carlos
Restricting Access to Books on the Internet: Some Unanticipated Effects of U.S. Copyright Legislation
Paul A. David and Jared Rubin