"Università Aperta"

In occasione della prima Biennale Democrazia (Torino, 22-26 aprile 2009) il Centro NEXA su Internet & Società, che co-dirigo insieme al prof. Marco Ricolfi, propone il progetto "Università Aperta", una consultazione online degli studenti universitari torinesi (oltre 100.000) in merito alla Dichiarazione di Wheeler. Tale dichiarazione offre una definizione di "università aperta" redatta da studenti USA alcuni mesi fa nel corso di un incontro del movimento Free Culture a Berkeley in California e tocca temi come l'open access, il materiale didattico aperto, i brevetti e il software libero. Il progetto "Università Aperta" si articolerà in una fase di dibattito online (20-22 aprile) a cui seguirà, il 23 aprile alle 14:30, una discussione dei risultati del dibattito nell'Aula Magna del Politecnico di Torino alla presenza di autorità accademiche ed esperti (slide di presentazione del progetto). I risultati verranno poi nuovamente discussi nel corso di un panel intitolato "Internet e democrazia deliberativa" che avrà luogo il 25 aprile alle ore 16:00 al Teatro Gobetti, sempre a Torino. Qui è possibile scaricare il volantino relativo al progetto Università Aperta.

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Amo la domenica per diversi motivi. Uno di questi è sicuramente la "Domenica", l'inserto cultura (recensioni di libri, concerti, e altro) del Sole24ore. Comprarlo e leggerlo è un piacere di quelli che rendono la vita più bella. Al punto che quando sono in viaggio all'estero soffro un po' di non poterla leggere. Oggi, tuttavia, mi sono imbattuto non solo nei consueti bon bon settimanali, come la bella rubrica Cultweb di Chiara Somajni, o nell'acuta recensione di, per esempio, "The Scientific Life. A moral history of a late modern vocation" di Steven Shabin. No, oggi l'occhio si è soffermato su una piccola scritta al fondo di ogni articolo: © RIPRODUZIONE RISERVATA. Non so da quanto tempo ci sia; magari mesi. Fatto sta che l'ho notata solo oggi. E' davvero ironico. Non solo non c'è modo di accedere alla "Domenica" se non essendo fisicamente in grado, la domenica mattina, di comprarla in un'edicola dislocata sul territorio nazionale (e neanche tutte le edicole; e bisogna anche, in certi casi, arrivare prestino, perché le copie finiscono). Come fosse, chessò?, il 1959. Ma adesso si restringe ulteriormente la possibile diffusione (v. art. 65 della legge sul diritto d'autore). E' davvero ironico. E' ironico perché in un paese di lettori scarsi come l'Italia si dovrebbe fare tutto il possibile per allargare la platea dei lettori potenziali. E' ironico perché il web rappresenta una piattaforma spettacolare per sperimentare nuovi modi di diffondere, commentare, integrare, arricchire quel tipo di contenuti. E' ironico perché posso accedere online a molti articoli della grandissima New York Review of Books, ma non al contenuto della "Domenica" (che, a quanto mi risulta, non ha nemmeno un sito vetrina con, chessò?, l'indice dei numeri). E' ironico perché mi chiedo quante copie in meno si venderebbero se il contenuto fosse disponibile anche online. E' ironico perché mi chiedo quante copie in più si venderebbero se il contenuto fosse disponibile anche online. Ovviamente non sto suggerendo al Sole24ore di riversare senza riflessione tutto il contenuto della "Domenica" online. Ma tra pubblicità e ritorni sugli acquisti di libri indotti dalle recensioni non è proprio possibile pensare ad un modello di business? L'esperienza ormai pluriennale dell'analogo inserto de La Stampa, "TuttoLibri", rilasciato con licenza Creative Commons (incluso tutto l'archivio storico dell'inserto!), non può insegnare proprio nulla?

Internet come la TV

Michael Eisner, ex-CEO di Disney, nel corso di un'intervista a Esquire (edizione USA, 04/09, p. 122) parla anche di Internet:
"No, I don't know what the Internet is going to look like in ten years. My guess is, it will be a ubiquitous stream in which you consume all the information and entertainment you want. It will probably be a different route into your television screen. Therefore, the phrase "the Internet" will probably dissolve, like the words "telephone poles". They won't matter. The conversation will go, "Did you see such and such?" You won't really care how you got it.
Consume. Television. E' così che una determinata parte dell'umanità - in questo caso un "Mogul, Web entrepreneur, former talk-show host", secondo la definizione di Esquire - vede Internet. Un po' per deformazione professionale, un po' (tanto) per interesse.

Vive la France!



Godiamoci questa inaspettata vittoria, frutto di diversi fattori, ma in primis del lavoro enorme fatto dagli amici della Quadrature du Net: bravi!
Quando il momento sarà poi passato, torneremo a concentrarci su come contrastare l'ovvio -almeno per me- tentativo in diversi paesi, incluso il nostro, di creare, col pretesto dello scambio illecito di contenuti (che si puo' affrontare con strumenti infinitamente piu' rispettosi dei diritti dei cittadini, come le licenze collettive estese), un'infrastruttura di sorveglianza di Internet e dei suoi utenti.

481 a 25

Giovedi' 26 marzo il Parlamento Europeo ha approvato la Raccomandazione del Parlamento europeo del 26 marzo 2009 destinata al Consiglio sul rafforzamento della sicurezza e delle libertà fondamentali su Internet dell'ottimo Parlamentare Europeo Stavros Lambridinis. Un chiarissimo, nuovo messaggio non solo alla Francia - dove la proposta di legge liberticida HADOPI procede in Parlamento blindata, pare, su ordine del Presidente Sarkozy (perche' tanta tenacia?), nonostante una crescente reazione dei cittadini - ma anche a quei paesi come l'Italia dove, almeno in certi ambienti, il mal francese viene presentato come la "medicina" giusta per risolvere problemi che potrebbero essere affrontati in ben altro modo.

Italia e PSI: aperta la procedura d'infrazione

Riutilizzo dell'informazione del settore pubblico: la Commissione avvia una procedura d'infrazione nei confronti dell'Italia URL originale del comunicato stampa IP/09/425 Bruxelles, 19 marzo 2009 Riutilizzo dell'informazione del settore pubblico: la Commissione avvia una procedura d'infrazione nei confronti dell'Italia La Commissione europea ha avviato oggi una procedura di infrazione nei confronti dell’Italia per incompleto e scorretto recepimento della direttiva UE relativa al riutilizzo dell'informazione del settore pubblico (direttiva PSI). La Commissione ha deciso di inviare una lettera di messa in mora (prima fase di una procedura d'infrazione a norma del trattato CE) all’Italia che non ha ancora recepito nella normativa nazionale tutte le disposizioni della direttiva PSI. Uno dei punti controversi è costituito dall'esclusione dei dati catastali e ipotecari – una preziosa fonte di informazioni riutilizzabili – dall’ambito di applicazione della direttiva. La Commissione europea ha avviato oggi una procedura d'infrazione contro l'Italia in quanto per diversi aspetti della direttiva PSI il recepimento nella normativa nazionale è avvenuto in modo scorretto oppure non ha avuto luogo. Uno dei punti problematici è l’esclusione dei dati catastali e ipotecari, che comprendono le informazioni catastali nonché dettagli concernenti la proprietà, la titolarità, l’ubicazione precisa, i confini di ogni parcella di terreno e l’utilizzazione dei beni immobili per garantire l’assunzione di prestiti. Tra le altre disposizioni non inserite nella normativa italiana figurano la portata e la definizione del riutilizzo, i requisiti procedurali in materia di trattamento delle richieste di riutilizzo, le relative condizioni specifiche, inclusi i formati disponibili e la tarifficazione, e la non discriminazione. L'Italia ha due mesi di tempo per rispondere alla lettera di messa in mora. Se non riceve alcuna risposta o se le osservazioni presentate dall'Italia non sono giudicate soddisfacenti, la Commissione può decidere di formulare un parere motivato (seconda fase di una procedura d'infrazione). Qualora anche dopo tale iniziativa l'Italia non ottemperi agli obblighi che le incombono in virtù del diritto comunitario, la Commissione dovrà adire la Corte di giustizia. La Commissione ha già avviato nel mese di ottobre 2008 (IP/08/1524) procedure d'infrazione contro la Polonia e la Svezia a causa del recepimento incompleto e scorretto della direttiva PSI. Contesto Gli enti pubblici producono una notevole quantità di informazioni, la maggior parte delle quali ha un potenziale commerciale poiché può essere utilizzata come base per nuovi prodotti e servizi. In base alle stime, il mercato delle informazioni provenienti dal settore pubblico dell'UE ha un valore pari a 27 miliardi di EUR. Ma nonostante il loro valore economico, numerose informazioni del settore pubblico europeo non sono riutilizzate. In seguito a una proposta presentata dalla Commissione (IP/02/814), l’Unione europea ha adottato nel 2003 la direttiva PSI al fine di rimuovere le barriere che limitano il riutilizzo transfrontaliero di questo tipo di informazioni. La direttiva è stata recepita nella normativa nazionale di tutti i 27 Stati membri dell'UE (IP/08/1017). La direttiva PSI ha istituito un preciso complesso di norme in un mercato in precedenza non regolamentato. Essa stabilisce le modalità che gli enti pubblici devono seguire per rendere disponibili le proprie informazioni e affronta punti fondamentali, come la trasparenza in merito ai dati disponibili e alle condizioni di riutilizzo o la garanzia di non discriminazione e di eque condizioni di concorrenza tra i potenziali utenti. La Commissione sta attualmente completando il riesame della direttiva PSI. Nell’ambito di tale riesame, essa ha proceduto nel periodo giugno 2008 – 15 settembre 2008 a una consultazione on-line (IP/08/1017). Dai risultati ottenuti si evince che la direttiva PSI ha migliorato le condizioni in cui gli enti pubblici divulgano i rispettivi dati, li condividono e ne consentono il riutilizzo e ha creato nuove opportunità per l'industria dei contenuti in Europa (cfr. la relazione concernente la consultazione degli Stati membri e la relazione relativa alla consultazione delle parti interessate). Tuttavia, esistono ancora barriere che impediscono un maggiore riutilizzo transfrontaliero delle informazioni detenute dal settore pubblico. La Commissione illustrerà nei prossimi mesi il riesame della direttiva PSI. Per maggiori informazioni, consultare il sito web PSI della Commissione http://europa.eu.int/information_society/policy/psi/

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