Sull'intransigenza

Nadia Urbinati scrive oggi su La Repubblica parole che erano anni che aspettavo di sentire nel pubblico dibattito:
"[...] E questo ci porta alla terza osservazione, quella relativa al valore dell´intransigenza in politica, un valore che non si addice con l´essere invertebrati. L´intransigenza non è radicalismo fanatico, ma strategia di coerenza quando è in gioco non tanto o semplicemente l´identità politica di un partito o di una coalizione, ma soprattutto il patto costituzionale, la natura dell´ordine politico, i fondamenti del nostro vivere civile. La Costituzione non è un oggetto di compromesso e sulla sua difesa non si può transigere. La politica costituzionale e l´intransigenza che essa ispira sono la spina dorsale di una sinistra democratica, ciò che la distingue e la oppone alla destra. Libera dalle ingessature dogmatiche, più diretta e chiara nel linguaggio e negli obiettivi, essa è il naturale asse portante di una politica coraggiosa e non invertebrata."

NEXA su file sharing

Mentre in Francia continua il dibattito sulla legge HADOPI (vedere, per esempio, i resoconti del bravo Philippe Aigrain), ovvero, "un autorità amministrativa puo' sconnettere tutto il tuo nucleo famigliare da Internet se decide che stai scaricando contenuti protetti - e tanti saluti all'accesso al portale della didattica della tua università, l'online banking del babbo, la prenotazione della visita medica di nonna, e cosi' via elencando le migliaia di usi piu' che leciti di Internet che ormai permeano la nostra vita (ma forse non quella di chi si inventa proposte di legge come questa)", il Centro NEXA su Internet & Società prova a ricordare a tutti che ogni qual volta un nuovo mezzo tecnologico (radio, TV, TV via cavo, fotocopiatrice, ecc.) ha reso facile diffondere contenuti protetti dalla legge sul diritto d'autore, la soluzione non è mai stata (finora): distruggiamo gli apparecchi radio o televisivi degli utenti (o stacchiamogli la spina), ma piuttosto LICENZE. Nello specifico, il Centro NEXA propone all'attenzione di tutti (Comitato tecnico contro la pirateria digitale e multimediale in primis) lo strumento delle licenze collettive estese, uno strumento che a nostro avviso è compatibile con il diritto nazionale e comunitario. La proposta è contenuta nel position paper "Creatività remunerata, conoscenza liberata: file sharing e licenze collettive estese", liberamente disponibile sul sito di NEXA. Basta sterili confronti. Basta criminalizzare cittadini e utenti. Soluzioni "win-win" esistono: basta volerle prendere sul serio.

Comunicato congiunto contro proposta di direttiva "fonogrammi"

Il 23 Marzo 2009, il Parlamento Europeo voterà una proposta di Direttiva, che ha l'obiettivo di estendere il termine di protezione per i fonogrammi ed i diritti di artisti interpreti ed esecutori. Questa estensione porterebbe la tutela dagli attuali 50 a 95 anni. Il Centro NEXA ha già preso posizione in merito, ma riteniamo fondamentale sottolineare come questa posizione accomuni gran parte della comunità scientifica europea. Per questa ragione, NEXA figura tra i firmatari di un comunicato stampa, rilasciato da importanti università e centri di ricerca, tra i quali: the Centre for Intellectual Property Policy & Management (CIPPM), Bournemouth University; Centre for Intellectual Property & Information Law (CIPIL), University of Cambridge; Center in IT and Law (CRID), Universitaires Notre-Dame de la Paix de Namur; Centre for International Intellectual Property Studies (CEIPI), University of Strasbourg; Max-Planck-Institute for Intellectual Property, Competition and Tax Law, Munich; Institute for Information Law, University of Amsterdam; Centre for Intellectual Property Rights, Catholic University Leuven; NEXA Center for Internet & Society, Politecnico di Torino. Il comunicato stampa è disponibile al seguente link: Press Release Copyright Extension.pdf. Informazioni su studi relativi alla proposta di Direttiva sono disponibili nel seguente documento: Studies_and_Signatories.pdf

Rossi, Keynes e la ricchezza delle nazioni

"La ricchezza delle nazioni, appare evidente, non si costruisce sul denaro, sugli interessi di mercato o sull'ingegneria azionaria (...): si misura sulla capacita' dell'uomo di apprendere e di applicare le sue conoscenze ai procedimenti di produzioni e di consumo. Di conseguenza il prodotto del denaro, cioe' l'interesse, dovrebbe essere commisurato alla produttivita' del lavoro, anziche' a un mercato retto dall'azzardo e dall'azzardo oggi distrutto." da Guido Rossi, "Possibilita' economiche per i nostri nipoti", Adelphi (via La Repubblica di oggi)

Barbara Spinelli e Internet

Barbara Spinelli ha recentemente scritto: "Spero che in Italia internet acquisti sempre più spazio, visto che gli altri luoghi dell'informazione sono così colonizzati". Forse e' un auspicio quasi scontato, visto lo scenario mediatico italiano. Ma e' importante ribadirlo. E' infatti anche proprio per questo potenziale che ha Internet in Italia che, con tanti altri, siamo sensibili da anni al futuro di Internet. Come cittadini, insomma, non solo come ingegneri o avvocati o economisti. Perche' Internet e' cruciale in tutto il mondo, ma in Italia assume un ruolo del tutto particolare, perche' rappresenta un mondo e uno strumento non dominato dalle vecchie logiche, dai vecchi poteri, dai vecchi filtri che strangolano questo paese e ne limitano tragicamente il potenziale. Un "utopia realizzata", come l'ha definita il prof. Stefano Rodota' all'inaugurazione di NEXA. Un'utopia che fino a di recente non era ancora stata registrata dai radar della politica che conta, permettendo, forse, alla pianta di radicarsi. L'elezione di Obama, ed io lo dicevo a urne ancora calde, ha cambiato lo scenario, facendo capire anche al meno aggiornato dei politici italiani il ruolo potenzialmente dirompente di Internet in ambito politico. Sara' un caso, ma da allora si sono susseguite iniziative della presente maggioranza per "regolamentare", "mettere in ordine", "controllare" Internet. Guido Scorza nel suo blog elenca le iniziative piu' recenti, una peggiore dell'altra. Che sia una strategia politica coerente o meno, e' ora di far sentire la nostra voce. Preservare l'utopia realizzata Internet e', infatti, importante ovunque nel mondo, ma in modo particolare in Italia.

Il popolo della rete esiste

Recentemente a Roma, nel corso di un convegno, un noto politico ha affermato che il popolo della rete non esiste più, visto che le masse sono ormai arrivate a Internet. Questo politico, per quanto intuitivo e attento su altre cose relative alla rete, su questo punto sbaglia. Da diversi punti di vista. Il più importante secondo me è che, in virtù della natura aperta e prevalentemente orizzontale della rete, c'è un consistente sottoinsieme degli utenti della rete che sente di essere un portatore di interesse diretto nell'ecosistema di Internet, non un mero fruitore. E' con questo sottoinsieme, che potremmo giornalisticamente chiamare il "popolo della rete", che si sono finora confrontati coloro che, per interessi di parte, hanno tentato di alterare l'architettura della rete a un qualche livello. Ed è con questo sottoinsieme che si dovranno confrontare, anche in futuro, quelle forze, politiche e non, che proveranno ad alterare la costituzione materiale della rete, magari in nome di una qualche emergenza. La rete non è la televisione.

I bambini

Per le Feste, non parlo - per una volta - di Internet o di copyright, ma di bambini, ovvero, di tutti noi, citando le parole della grande Françoise Dolto. Auguri. "Ma non è una buona ragione per spingerli [i bambini] esclusivamente verso lo studio scolastico. La rettitudine di carattere, l'amore e l'osservazione della natura, delle piante, degli animali, la gioia di vivere, l'inventività industriosa, l'abilita' manuale e corporale, un affettività disponibile, l'esperienza psicologica degli altri e della vita collettiva, l'accettazione della differenza altrui, la capacità di farsi degli amici e di conservarli, la conoscenza della storia della famiglia, della propria comunità, della propria regione, del proprio paese, l'attenzione all'arte, alla cultura, agli sport, il senso di responsabilità, la curiosità per tutto, la libertà di soddisfarla, ecco alcune qualità che molto spesso non si sviluppano quando il successo scolastico è il solo valore per il quale il ragazzo è apprezzato dai genitori. Un bambino personalmente motivato per qualche cosa (qualunque sia) è un bambino che vive; se nel superare i suoi insuccessi e le sue delusioni, scolastiche o sentimentali, è sostenuto dall'affetto dei suoi genitori e dalla fiducia in se stesso che sanno dargli in un ambiente disteso, allora è un bambino destinato ad un avvenire di soddisfazioni." Françoise Dolto, "Come allevare un bambino felice", Mondadori, p. 387-388.

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